Le operazioni straordinarie ( trasformazioni, fusioni, scissioni, conferimenti, cessioni d’azienda, affitti d’azienda e liquidazioni) avvengono in particolari momenti nella vita di un’impresa.
Queste sono legate ad accadimenti che avvengono fuori della gestione ordinaria.
Le finalità e le motivazioni che rendono necessarie queste operazioni sono tra loro molto diverse:
- convenienza fiscale,
- riduzione dei costi di gestione,
- operazioni di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale
- separazione di aree di business
- riorganizzazione di attività produttive
- ridefinizione della struttura finanziaria del gruppo
- decisioni di vendita di asset non considerati strategici o attuazione di processi di liquidazione.
Nel corso del 2020, ma ancora di più, c’è ne accorgeremo nel corso del 2021, il Covid19 e tutti gli effetti economici che ne derivano impongono un cambio di prospettiva: fare i conti con aziende e società che riducono ricavi e margini e contestualmente aumentano i profili di rischio comporta un cambiamento nelle valutazioni strategiche che molti imprenditori saranno costretti a fare.
I gruppi societari con diverse attività probabilmente rivedranno piani a medio termine e priorità. I margini ridotti potrebbero spingere i soggetti che hanno liquidità a disposizione ad incrementare le acquisizioni, con l’obiettivo di crescere e acquisire maggiori volumi di ricavi, nuovi mercati, conoscenze tecniche e commerciali.
L’epidemia da Coronavirus e le sue conseguenze sulle attività economiche sono destinate pertanto a produrre riflessi non solo nell’ambito delle operazioni straordinarie poste in essere dalle imprese e ma anche dai titolari delle partecipazioni (azioni o quote di società).
È evidente, infatti, che il primo grande impatto consisterà in una diversa valutazione non solo dei singoli asset, ma anche dello scenario prospettico in cui l’intero mondo delle imprese si troverà ad operare.Possiamo immaginare una prima serie di conseguenze e sviluppare alcune considerazioni.
È possibile immaginare almeno tre scenari:
Cessione di attività a terzi per effetto del Covid 19
Ci saranno realtà in cui le difficoltà economiche porteranno alla decisione di liquidare ovvero di vendere a terzi l’attività.
Nei gruppi societari con diverse attività è probabile che si rivedano i piani a medio termine e le priorità: ad esempio potrebbe succedere che l’emergenza produca l’effetto di concentrare le risorse sulle attività ritenute più strategiche e quindi si proceda alla vendita di quelle ritenute marginali.
Rimane però il problema di verificare se la vendita di questi asset non strategici conviene. Ovvero se il valore di mercato di questi subirà forti diminuzioni o magari riesce a mantenere una livello che soddisfa anche il venditore.
In pratica si vende se si è proprio costretti a farlo anche accettando di incassare meno. Ma se nn è proprio necessario è meglio aspettare per evitare di disperdere valore.
Acquisizioni aziendali da parte di soggetti con liquidità
I valori ridotti di determinati asset (venduti a prezzi inferiori per evidenti esigenze di cassa) potrebbero spingere i soggetti che già possiedono liquidità ad incrementare le acquisizioni, soprattutto in un’ottica di completamento dal punto di vista industriale, con l’obiettivo di crescere e di acquisire nel modo più rapido volumi di ricavi, mercati, conoscenze tecniche e commerciali.
Ricorso a strumenti di protezione del rischio
Per quanto concerne il lato azionisti, i mutamenti di scenario possono stimolare il ricorso a strumenti di protezione dai rischi futuri. Anche il ricorso a strumenti misti assicurativi e finanziari deve essere valutato alla luce dei necessari requisiti che le polizze devono possedere per essere considerate prodotti a componente prevalentemente previdenziale.
In conclusione il mondo legato alle valutazioni delle singole imprese e dei loro asset strategici ed anche marginali, ai giorni nostri, è un tema attuale più che mai.